
La gloria o il merito di alcuni uomini consiste nello scrivere bene; quello di altri consiste nel non scrivere.
Jean de La Bruyère
Due vecchi
gentiluomini, resi compagni dall’età e dalle idee, vanno a spasso e li vedo
avanzare dal fondo di via Po, sotto il sole, conversando pacatamente. La via è
deserta: i due poveri vecchi con la loro precaria presenza la rendono più
ammonitrice. Che cosa si diranno, con quali argomenti consoleranno l’attesa di
una partenza ormai inderogabile? Quando mi sono vicino, sento che uno di essi,
commentando una descrizione dell’altro, conclude: «Insomma, se ho ben capito,
sarebbe una specie di pancera».
La letteratura esiste in quanto sforzo
di dire ciò che il linguaggio ordinario non dice e non può dire. Per questa
ragione, la critica tende sempre a diventare a sua volta letteratura: non si
può parlare di ciò che fa la letteratura se non facendo letteratura. Soltanto a
partire da questa differenza con il linguaggio comune, la letteratura può
costituirsi e sussistere. La letteratura enuncia ciò che essa sola può
enunciare. Quando un critico avrà detto tutto su un testo letterario, non avrà
ancora detto niente, giacché la definizione stessa della letteratura implica
che non se ne possa parlare.