Aveva un incredibile tempismo. Una cosa
che ho imparato andando a molti party ed eventi “sociali” con Andy è che lui
arrivava sempre al momento giusto. Arrivava sempre quando il party era nel
vivo, ma prima dell’apice. Infatti la sua entrata era spesso il culmine della
festa e il segnale che il party era veramente “iniziato”. Le sue uscite erano
ugualmente ben calcolate. Spesso lo acciuffavo mentre scivolava fuori senza
salutare. Era, ovviamente, troppo difficile salutare tutti, così semplicemente se ne andava quando nessuno lo notava e
poi la gente lentamente se ne rendeva conto e cominciava a dire: «Andy se n’è
andato, quando è andato via?». Non voleva che la sua uscita fosse il segnale
per la “fine” del party, così si allontanava quietamente, quando meno lo si
sospettava… Misteriosamente e con stile. Se n’è andato come se n’era andato da
centinaia di party… una partenza che non si nota, ma immediatamente se ne sente
la mancanza; la sua assenza è sconcertante e inaspettata. Il party continua, ma
non sarà più lo stesso. Andy se n’è appena andato e già mi manca.
Keith Haring, “Diari, Febbraio 1987”
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