La letteratura esiste in quanto sforzo
di dire ciò che il linguaggio ordinario non dice e non può dire. Per questa
ragione, la critica tende sempre a diventare a sua volta letteratura: non si
può parlare di ciò che fa la letteratura se non facendo letteratura. Soltanto a
partire da questa differenza con il linguaggio comune, la letteratura può
costituirsi e sussistere. La letteratura enuncia ciò che essa sola può
enunciare. Quando un critico avrà detto tutto su un testo letterario, non avrà
ancora detto niente, giacché la definizione stessa della letteratura implica
che non se ne possa parlare.
La ricerca della conoscenza mira ad una verità
approssimativa, non ad una verità assoluta. L’imperfezione è, paradossalmente,
una garanzia di sopravvivenza.
Cvetan Todorov, “La letteratura
fantastica”
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