Non era abituato al movimento, alla vita, alle moltitudini e all'agitazione.
Tra la folla si sentiva soffocare; in barca saliva con la flebile speranza di raggiungere felicemente l'altra riva; in carrozza viaggiava attendendosi che i cavalli s'imbizzarrissero e lo facessero sfracellare.
Come se non bastasse, lo assillava un timor panico: s'impauriva per il silenzio che lo circondava o semplicemente così, senza saper nemmeno lui il perchè, brividi gli correvano lungo la schiena. A volte con timore sbirciava verso un angolo buio, nell'attesa che l'immaginazione gli giocasse qualche scherzo e gli mostrasse un fenomeno ultraterreno.
Ivan Gončarov, "Oblomov", 1859
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