domenica 5 maggio 2013

Anni '60 in America: i giovani e il loro rapporto con la tv

Si levava a mezzogiorno, a lungo stava a pettinarsi davanti allo specchio, fumava, mangiucchiava burro d’arachidi e sardine, seguiva sulla tivù piazzata nel salotto di Sally Buck lo sgranarsi di migliaia di chilometri di film. La teneva accesa da mezzogiorno a un pezzo dopo mezzanotte. A starne distante, sia pure per breve tempo, era preda a confusione e disorientamento, sentiva un urgente bisogno delle immagini che l’apparecchio proiettava, soprattutto dei suoni che emetteva.
Herlihy, James Leo, Un uomo da marciapiede, Superbur Narrativa, 2000, p. 22
 
Durante la prima parte della serata [Benjamin] beveva solo birra mentre guardava la televisione e poi, quand’era passato un po’ di tempo e i suoi genitori erano andati a letto, di solito si versava un bicchiere di bourbon da bere mentre guardava i film che venivano proiettati quando finivano le commedie e i programmi di varietà. A volte, se non aveva ancora terminato di bere, restava seduto a lungo dopo la fine dell’ultimo film contemplando uno dei monoscopi o la fotografia di una bandiera americana che uno dei canali mandava sempre in onda dopo aver suonato l’inno nazionale e chiuso le trasmissioni. Un paio di volte si addormentò in poltrona […]. Ma di solito i film lo tenevano sveglio. Dopo qualche tempo, fu in grado di dosare accuratamente i sorsi di liquore in modo tale che, quando finiva il film, poteva posare il bicchiere vuoto, spegnere il televisore e andare di sopra […].
 
Webb, Charles, Il laureato, Oscar Mondadori, 1973, pp. 80-81

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