lunedì 31 gennaio 2011

BEN ALTRO DRAMMA

              
Tu non sai
ma è adesso
nell’ora della rinuncia
che ti amo
La testa
sul tuo petto
– odo distintamente
il danzatore
di tip tap
squarciare
l’imbottitura
del tuo piumino
Soffoca il tentativo
delle tue dita
di aggrovigliarsi
alle mie – non vedi?
chiuso è il pugno
vi ho riposto
le negate lacrime
quelle
clandestine
che sorde zampillano
dalla colpa
Sfiorami la mano
e verranno affrancate
e agli attenti passanti
sarà tutto chiaro:
che quelle
pudiche effusioni
custodiscono
ben altro dramma.

domenica 30 gennaio 2011

L'APPUNTAMENTO

Un tavolo amico,
due chiacchiere, un tè
gli sguardi curiosi,
mi piaci, lo dico.
Mi stringi le dita.
“Prendi un biscotto”,
“guardami in viso”,
nascondi la voglia
dietro il sorriso,
mi provoca un brivido
la fretta carnale
ma seguo la sorte.
Spalanco le porte
del cuore, sto male.
Il telefono trilla.
Le morbide labbra
rispondono “AMORE”...
fingo l’assenza.
Si chiude la porta
che s’era dischiusa.
Nel cuore ti lascio,
ma ti vengo vicino
due morbide labbra
che dicono ancora
facciamo l’amore.

Donato Mannocchi

sabato 29 gennaio 2011

Ti amerò
alle 27
Mi sdraierò
con te
su un divano
sconnesso
e non temerò
la minaccia
di tua moglie
Perchè anche la primavera
arriva
alle 27
e gemma a gemma
sbocciano
Tavor
e Normison
dalle nostre bocche
frementi
Malati
ci possiederemo
alle 27
su qualche pavimento
di ghiaccio
di un ambulatorio
galeotto
E – Dottore –
ti dirò
– mi dica
trentatré
Non sopporto più
l’irrealtà
del 27 –

venerdì 28 gennaio 2011

APPROPRIAZIONE DEBITA

Ha ragione chi dice:
conoscere qualcuno
significa
assimilare
il suo mondo
E così
sono stata travolta
da pillole
di insonnie cantate
esotici amori
e versi crepuscolari
Un po’ mie
pure le calli veneziane
e le galassie
di navigli milanesi
Memorie
di una romana
Villa Borghese
che mai mi appartennero
– ma che pure
dolorosamente
riaffiorano
Amarezza
per una nostalgia
non mia
per una sconfitta
solo indirettamente
subita
Corrosivi trafori
nel giovane mio cuore
tuo
e scorci di cosmo disilluso
impastati al mio universo
quadrilustre
Dice poco chi dice:
conoscere qualcuno
significa
assimilare
il suo mondo
  ché il pericolo
è quello d’esserne
sopraffatti.

giovedì 27 gennaio 2011

Mi chiedi perchè proprio tu

Trentatre anni fa ti rispondevo
elencando i caratteri requisiti
misurando al goniometro
l’angolo del tuo sopracciglio
rapportando la misura al parametro
e il parametro al canone

Venticinque anni fa mi rispondevo
che non sapere perchè il gorgonzola
fra tutti i formaggi ti è caro
non toglie alla tua predilezione una ratio

Diciott’anni fa mi rispondevo
imputando il bidello
che vendeva le focaccine
di averne magata una
con un filtro d’amore

Dieci anni fa mi rispondevo
con le congiunzioni celesti

Oggi mi rispondo
che non lo so
e che se la risposta non viene
dal sopracciglio
          dal gorgonzola
                      dalla focaccina
                                       dagli astri
dobbiamo tenerci stretti al mistero
e non fiatare


Michele Mari



lunedì 24 gennaio 2011

DISAMORE

È quando incido
i polsi
che mi accorgo
di averti perso
– ma in quale fremito
quale sospiro?
Quali i baci
dissimulati
le carezze
contraffatte?
Orrore
che quei giorni
solo per me
fossero spensierati
– mentre non ha pace
chi ha contratto
il virus
del disamore.

da "L'avventura" di M. Antonioni, 1960

domenica 23 gennaio 2011

PUNTO CIECO


É discreto
il punto cieco
Non si fa
mai notare
Teme
di disturbare
d’intralciarti
la visuale
Intesa sottaciuta
di sottecchi
esiste
in allusiva latenza
Puoi ignorarla
– è senza pretese
e non avvezza
a dar nell’occhio.

venerdì 21 gennaio 2011

PUNTO DI FUGA

C’è sempre un punto di fuga
in cui convergono
tutte le storie
Il momento
in cui mi dici
“Non verrò”
propinandomi
un addio
non voluto
non adulto
 E’ tutta qui
la prospettiva
di un rapporto
Si riassume in pochi
essenziali 
punti
– anzi
in uno solo.

giovedì 20 gennaio 2011

PUNTO IMPROPRIO

Insistono col dirmi
che l’infinito non è un numero
ma un concetto
(che nella pratica
due rette parallele
non s’incontreranno
mai).
Compatisco gli euclidei
legati
ai loro punti propri.
L’eccezionalità
sta nel punto all’infinito
– improprio sì, ma non
inappropriato!
sta nella promessa
che pur vivendo distanti
percorrendo sentieri diversi
di numeri e cifre
un giorno
alla medesima ora
noi due
faremo colazione
seduti al medesimo  tavolino
del medesimo caffé
nel piano proiettivo P2.

mercoledì 19 gennaio 2011

Ho imparato
ad amare
l’attesa
Ho colmato
d’affetto
la distanza
Nell’assenza
ho riposto
la speranza
Col silenzio
ho accordato
la parola
E – sola
con te
mi sono finta
Fingendomi
mi sono creata
Non più donna
alla finestra
Penelope abbandonata
ma fiera per le strade
di te
dimentica.   


              Al mio Ulisse, perchè non ritorni...

lunedì 17 gennaio 2011

Non ogni anno
arriva
maggio
La primavera
è spesso
un miraggio – forse
un merito
un lusso
un urlo represso
un bieco riflesso
bisogno inespresso
Va guadagnata
la dolce stagione
C’é chi ancora
non se ne fa una ragione
e si lagna di bombetta
e cappotto
– ché vorrebbe giubbotto
e maglietta
Accontentarsi dovrà
anche il fioraio
del freddo febbraio
(di un amore
precotto
e molto meno gaio).
2009, Letalpecospiranoumidità

sabato 15 gennaio 2011

CONSAPEVOLEZZA (pesare un amore)


Hanno dato un prezzo
al nostro amore
cinquanta euro
quattro ore
E gli hanno dato
una scadenza
– sul fondo
ventidue febbraio duemilaundici
nero su bianco
in cifre
Hanno stabilito
il numero minimo
dei partecipanti:
quattro
(io per poco
rientro
nei limiti d’età)
e che due
ne fossero allo scuro
– era nel regolamento
Ma non ci avevano detto
che prima d’irrancidire
prima di perdere
e pagare il conto
– nessuno ci  aveva pronosticato
i giorni più vivi
della nostra vita.

venerdì 14 gennaio 2011

Non ho fatto
che dire
anch’io
Per tutta una vita
anch’io
Talvolta
senza pensarci
anch’io
Fu anch’io
con Aldo
con Michele
con Francesco
anche
con Giovanna
fu anch’io
Anch’io di domenica
e nei giorni feriali
anch’io al bar  in metro
al telefono via e-mail.
Ora
che nemmeno io
credo più
in quell’anch’io
è me stessa
che tradisco
pronunciandolo.

mercoledì 12 gennaio 2011

Ti ho versato nel bicchiere
una manciata di capelli bruciati,
perché tu non mangi, non canti,
non beva, non dorma.
Perché la giovinezza non ti sia gioia,
perché lo zucchero non ti sia dolce.
Perché tu non te la intenda
 nel buio della notte
con la giovane moglie.
Come i capelli tuoi d’oro
sono divenuti cenere grigia,
così gli anni miei giovani
diventeranno bianco inverno.
Perché tu diventi cieco – sordo,
perché ti dissecchi come il muschio,
perché ti dilegui come un sospiro.

Marina Ĉvetaeva