venerdì 25 marzo 2011

EDNA ST. VINCENT MILLAY

L’amore non è cieco. Basta un occhio
per vedere che non sei bello, oppure
quante donne lo sono. Vedo tutti
i tuoi difetti: gli occhi dilatati,
alta la fronte. Di principi estetici
sono troppo imbevuta, fin da piccola,
per poter liberare la mia mente,
dirti perfetto e amarti da morire.
Più sottile è il potere dell’amore:
ha tanta forza che dico “Non bello”
come dicessi “Non qua” o “Non là”
“distesa”, oppure “a scrivere una lettera”.
So cos’è il bello di cui tutti parlano;
ma mi chiedo se sia così importante.

        Edna St. Vincent Millay


di Letalpecospiranoumidità, febbraio 2011

domenica 20 marzo 2011

BINARIO 7


L’uomo che sfregia
la carne
è l’uomo che amo
– l’uomo che s’odia.
Nessuna domanda
(ché amare
è non chiedere
spiegazioni)
solo nodi
allo stomaco
e la memoria
di una spina
nell’ ippocampo.
Si intesse
d’impotenza
il silenzio
e fendono
il cuore
le frasi mozzate.
E a noi non resta
che una colata di cemento
– una voce metallica
segnalatrice
del commiato.

giovedì 17 marzo 2011

PUNTO CRI(P)TICO

Doveva essere
un gioco
il capriccio
di una ventenne
il vizio
d’un attempato dongiovanni
addestrato a marito
L’errore?
Forse è stato
sopravvalutare
l’intemperanza
– ché gli scrupoli
non sono mancati!
è stato fingere
di conoscere
il copione
quando governava
l’improvvisazione
Qui lo ammetto:
dilettante
mi sincronizzavo
per la prima volta
con l’altrui vita
coniugale
Probabilmente
abbiamo sbagliato              
ad abbigliarci da amanti
(ché per tradire
ci vuol la stoffa)
Ai veri demoni
è estraneo
il rimorso
gradito l’affanno
mentre io fasciavo
il tuo capo
con le dita
ripetendoti
come un mantra
“La primavera
arriverà”.
Dove abbiamo errato
non indovino
– ma con cautela
si dirama il sospetto
che nessuno
in fondo
sia stato
lo sgarro.

mercoledì 16 marzo 2011

PREMURE

Tu non sei
la tua malattia
Non posso fare l’amore
con Tavor e Laroxyl
– con te
voglio giacere
suggendo
dalle tue labbra
il senso di vuoto
che ti opprime
il torace
aspirandolo
come fumo
di sigaretta
– la tua bocca
tenue filtro
di ogni vizio
E non dire
che sei involucro
vano imballaggio
di uno spirito
alla macchia
Insultano il cuore
gli sbalzi d’umore
ma c’è chi ti avvolge
di soffici panni
– colei che a vent’anni
è sgualcita
di dolore.

lunedì 14 marzo 2011

Non mi concedi
il lusso
di dimenticarti
pretendi
che stiamo separati
comunicando
con un telefono
a barattoli
di latta
e il filo è trasparente
troppo
per stenderci
un bucato
di promesse
– poi sai bene
che i panni sporchi
si lavano in casa
a te
li lava
tua moglie
ma per quanto strofini
immacolati
non tornano
mai.

martedì 8 marzo 2011

LOLITA


Lolita, luce della mia vita, fuoco dei miei lombi. Mio peccato, anima mia. Lo-li-ta: la punta della lingua compie un percorso di tre passi sul palato per battere, al terzo, contro i denti. Lo. Li. Ta.
Era Lo, semplicemente Lo al mattino, ritta nel suo metro e quarantasette con un calzino solo. Era Lola in pantaloni. Era Dolly a scuola. Era Dolores sulla linea tratteggiata dei documenti. Ma tra le mie braccia era sempre Lolita.


["Lolita", Vladimir Vladimirovič Nabokov, 1955]

giovedì 3 marzo 2011

La prima volta che sono morta
avevo ventun anni
ricordi? – beffeggiavi
il mio essere
scolpita di ghiaccio
dal carapace
di una tartaruga
Mi salvò
il sorriso brasileiro
di Susana
il resto toccò
al cinema di Risi
e allo studio
compulsivo
La prima volta che sono morta
avevo ventun anni
Ai più
fu impercettibile
la mia dipartita
ed io eccelsi
talmente
nella simulazione
della quotidianità
che poco a poco
mi persuasi
della tua
inesistenza.