mercoledì 19 settembre 2012

CITTÀ DI VETRO

«Io sono Peter Stillman. Lo dichiaro di mia spontanea volontà. Sì. Non è il mio vero nome. No. Ovvio che la mia mente non è perfettamente a posto. Ma non si può far nulla. No. Nulla. Non più. Lei sta seduto lì e pensa: chi è questa persona che parla con me? Cosa sono queste parole che le escono di bocca? Glielo dirò. O viceversa non glielo dirò. Sì e no. La mia mente non è perfettamente a posto. Lo dichiaro di mia spontanea volontà. Ma ci proverò. Sì e no. Proverò a dirglielo, anche se la mia mente mi mette i bastoni fra le ruote. Grazie.»
 
 
«Un giorno forse farò cose diverse. Quando avrò finito di essere un poeta. Vede, prima o poi esaurirò le parole. Ognuno ne possiede in quantità limitata. E cosa farò dopo? Penso che dopo vorrei fare il pompiere. E dopo ancora il medico. Non fa differenza. L'ultima cosa che voglio essere è il funambolo equilibrista. Quando sarò molto vecchio e finalmente avrò imparato a camminare come tutti gli altri. Allora danzerò sul filo e la gente resterà sbalordita. Anche i bebè. Questo è ciò che vorrei. Danzare sul filo fino alla morte.»
 
 
Paul Auster, "Città di vetro"

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