venerdì 17 maggio 2013

A SINGLE MAN: UN MESSAGGIO DI SPERANZA

C’è ancora un numero impressionante [di giovani] che si ostina a scrivere poesie, romanzi, drammi. Intontiti dal sonno, buttano giù qualcosa negli istanti carpiti fra una lezione, l’impiego a mezza giornata e i doveri coniugali. […] E da qualche parte, in mezzo alla schiavitù del dover essere, il folle poter essere sussurra loro di vivere, conoscere, sperimentare – cosa? Meraviglie. […] Qualcuno di loro ce la farà? Oh, certo. Almeno uno. Due o tre al massimo – tra le migliaia che tentano.
Là in mezzo, George prova una sorta di vertigine. Dio, che ne sarà di loro? Che possibilità hanno? Devo urlargli qui, ora, che non c’è speranza.
George sa di non poterlo fare. Poiché in un suo modo assurdo, inadeguato, involontario è un rappresentante della speranza. E la speranza non è falsa. No.

Christopher Isherwood, Un uomo solo
 

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