sabato 9 febbraio 2013

LO SCRITTORE DEVE MORIRE (la funzione defrost)

Vuoi sapere com'è nato "Freezer", Tanzi? Come forse sai, "Freezer" racconta di sentimenti congelati. Sentimenti che nascono, ma non maturano, non arrivano a compiere il loro ciclo naturale. Però neanche muoiono. Sono impossibilitati a farlo perché li si tiene in vita, in attesa che la funzione defrost li sciolga e possano così completare il ciclo. Per quanto tempo possono rimanere congelati? Questo non lo so. Tu prendi un po' d'amore o un po' d'odio o di pietà e li surgeli. Poi, al paro di un branzino o di una costata, non sai quando li tirerai fuori dal freezer per mangiarli e chiuderne il percorso. Può passare una settimana, un mese, un anno, nel frattempo ti dimentichi di carne e pesce perché sei diventato vegano ed ecco che il giorno della tua morte lascerai al mondo un branzino e una costata surgelati. I parenti consegneranno tutto all'inceneritore, ma tu, Tanzi, tu generico, chiaro, li hai condannati a non conoscere il defrost e di conseguenza gli hai negato il fine ciclo. Potrai mai perdonarti? Nel mio caso, finché sei in vita te ne sbatti, poi quando muori hai altro da pensare. Sì, convengo che il concetto non è semplice, l'ora è tarda e manca la lucidità, però ci siamo capiti, no? Ho usato apposta la metafora alimentare per spiegarti meglio.
 
Gianluca Morozzi/ Heman Zed, "Lo scrittore deve morire", 2012
 

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