Eravamo, io e il cinema, della stessa età mentale; io avevo sette anni e sapevo leggere, lui ne aveva dodici e non sapeva parlare. Si diceva che era agli inizi, che era destinato a fare progressi; pensavo che saremmo cresciuti insieme. Non ho dimenticato la nostra infanzia comune: quando mi offrono una caramella inglese, quando una donna, vicino a me, si dà la lacca sulle unghie, quando respiro, nei gabinetti d'un albergo di provincia, un certo odore di disinfettante, quando in un treno notturno guardo sul soffitto il lumicino violetto, ritrovo nei miei occhi, nelle mie narici, sulla mia lingua, le luci e i profumi di quelle sale scomparse; quattro anni fa, al largo delle grotte di Fingal, in piena burrasca, udivo un pianoforte nel vento.
Jean-Paul Sartre
Cinema vuol dire sedersi in mezzo a una platea di gente che sbuffa, ansima, sghignazza, succhia caramelle, ti disturba, entra, esce, magari legge le didascalie forte come al tempo del muto; il cinema è questa gente, più una storia che succede sullo schermo.
Italo Calvino
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