mercoledì 31 ottobre 2012
SOFIA SI VESTE SEMPRE DI NERO
«E tu come ti chiami», chiese.
«Giona», disse la ragazza grande.
«Ma non è un nome da maschio?».
«Questo non ha nessuna importanza».
«Da quanto tempo ti chiami così?»
«Da adesso. Da due secondi fa. Da tre, quattro, cinque secondi fa. Io qui presente, sdraiata sul pavimento della stanza di Margherita, dichiaro che d'ora in poi il mio nome è Giona, e voglio essere chiamata Giona finchè non cambio idea».
«E prima come ti chiamavi, si può sapere?»
«Non si può sapere, perchè quel nome non esiste più».
«Peccato», disse la ragazza piccola.
Paolo Cognetti, "Sofia si veste sempre di nero", 2012
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