domenica 2 dicembre 2012

La signora Dalloway e “ciò che provano gli uomini”

Lei sapeva che cosa le mancava. Non era la bellezza, non era l’intelligenza. Era qualcosa dentro, che si irradia dal centro; un calore che intacca le superfici e increspa gli orli del freddo contatto tra un uomo e una donna, o tra due donne. Oscuramente lei lo sentiva. Ne soffriva, era uno scrupolo che sa il cielo da dove le veniva, o forse le veniva, pensava, dalla natura (che era invariabilmente saggia); eppure a volte non riusciva a resistere e cedeva al fascino di una donna, non di una ragazza, ma di una donna che le confessasse, come le accadeva che facessero di frequente con lei, qualche difficoltà, qualche follia. E forse perché provava pietà, o per via della loro bellezza, o perché era più vecchia, o per una qualche circostanza casuale – un leggero profumo, ad esempio, o un violino nella casa accanto (tanto singolare è a volte il potere dei suoni), non c’era dubbio che allora provava ciò che provano gli uomini. Solo per un attimo; ma bastava.

Virginia Woolf, La signora Dalloway

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