
Lo volevamo ricolmo d'impudicizia, dedito all'orgia, malsano e corrotto, peccante e ardimentoso, abitato da creature discinte e bramose di sesso, da femmine stupende come opere d'arte, e da monumentali maschi possenti, irriverentemente immersi in surreali contesti, simili a meravigliosi paesaggi luttuosi e onirici, racchiusi dentro ampissime stanze dagli alti soffitti e le finestre mancanti, affinchè della luce non filtrasse neppure il residuo di un'ombra, e della rigogliosa natura non s'avvertisse l'olezzo, e là condurre un'esistenza lontana da ogni mortificazione possibile, tra trasgressioni ed eccessi, perseguendo un ideale di bellezza esagerata e suprema, nell'allettante depravazione della crapula, e dei blasfemi concetti.
Isabella Santacroce, "V.M. 18"
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