“Quando Krespel ha fabbricato un violino, lo suona per una o due ore, con suprema energia, con trascinante forza espressiva, poi lo appende accanto agli altri senza mai più toccarlo o farlo toccare da nessun altro. Se salta fuori un violino di un antico maestro, il consigliere lo acquista a qualsiasi prezzo. Ma proprio come fa con i suoi violini, lo suona un’unica volta, poi lo smonta per indagarne in modo minuzioso la struttura interna e, se non trova precisamente quello che si immaginava di trovare, ne getta indispettito i pezzi in un grande cassone che già pullula di frammenti di antichi violini smembrati.”
giovedì 30 dicembre 2010
lunedì 27 dicembre 2010
IL CASINO PIU' GRANDE
Malgrado il tempo
ancora risuonano
le parole
sfuggitegli quel giorno
nel campo
di girasoli
risuonano e offendono
e stropicciano
l’inamidato
mio ritegno
di signora
io
che ho sempre pesato
i termini
e amato la ricercatezza
linguistica
restai disarmata
davanti al suo spigliato
“Sei il mio casino più grande
amore mio”.
venerdì 24 dicembre 2010
sabato 18 dicembre 2010
AGOSTO
a Sergio
Ma cosa sai tu? Niente sai...
Gli occhi chiusi
aspiri fumo
come aspirazioni bruciate.
Nel pugno mi chiudi
una caramella.
Che vuoi sapere? Sei piccola…
E mi parli dei sentieri sbagliati
della Bossa Nova che salva
di come una corsa
può terminare nel filo spinato
e ti sono grata perché non parli d’amore.
Dall’amore non si guarisce, piccolina…
I pomodori. Quelli gettati dal balcone
per gioco
quelli raccolti nei campi ed usati
in agosto per fare la salsa.
E le mani che bruciavano. Bruciavano.
Ma perché ti dico tutte queste cose…?
La paura dell’altezza
il coraggio di volare
le amicizie che ti porta il successo
e quelle che il successo ti toglie.
In fin dei conti, sei felice?
Chi può dirlo, nipotina mia…
giovedì 16 dicembre 2010
mercoledì 15 dicembre 2010
martedì 14 dicembre 2010
sabato 4 dicembre 2010
NEI NEI
Con la penna
ho collegato
neo a neo
Ho creato
la cartografia
del tuo corpo
Hai finto di dormire
perché non smettessi
di solleticarti.
mercoledì 1 dicembre 2010
COME SERENI
Come sereni
sul molo – i piedi penzoloni
taciamo.
Tamburellante – un pulsare
alle tempie. Solo
lo scorrere del sangue nel mio corpo.
Il celeste mi calpesta – nel cielo
si proiettano aloni luminosi. A te
“Le vedi? – chiedo – Sono
astronavi”.
Percepisco una presenza tra di noi – è
l’Assenza.
“Vengono da molto lontano…”
Vicino - all’Assenza,
non sei mai stato da me così
distante.
“..da un pianeta in cui non esiste un cielo così
celeste.”
So che ormai tu sei –
altrove.
Silenzio.
“È finita” – dici.
“Lo so”.
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